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Discussione: Giochi di autori non famosi sviluppati da autori famosi

A quanti di voi se cito Barrage viene in mente il nome di Tommaso Battista come autore del gioco invece di Simone Luciani? Eppure nel 2015 era Battista, ingegnere idraulico, a portare alle varie manifestazioni il prototipo del gioco Barrage da lui inventato http://boardgamefriends.blogspot.com/20 … atica.html. Luciani cosa avrà aggiunto? I contratti?

Altro esempio è Netwon altro bel gioco di Simone Luciani… pardon di Nestore  Mengone. Dado Critico parla del prototipo Galileo Galilei a gennaio 2017 http://dadocritico.blogspot.com/2017/01 … rutto.html e cita di nuovo il prototipo quando parla di Newton a fine 2018 http://dadocritico.blogspot.com/2018/11 … -mano.html
Quale sarà stato il contributo di Luciani? Il cambio nome?

Nella campagna Giochistarter di Trismegistus iniziata oggi si legge “Chi sarà il successore dell'alchimista più grande che sia mai vissuto? Il nuovo capolavoro di Daniele Tascini è un gioco dall'incredibile profondità!” Capolavoro di Daniele Tascini? E il povero Federico Pierlorenzi che ha avuto l’idea, con prototipo presentato a IdeaG Costa Est del 2018? Se guardate la scatola il nome di Tascini viene prima di quello di Pierlorenzi ma è scritto a caratteri minuscoli e con un font più piccolo dell’altro che è scritto tutto in maiuscolo come per far capire che l’autore è proprio Pierlorenzi. Quindi il nome Tascini è usato come calamita? Sul forum della tana leggo i commenti di chi ha fatto il pledge su Giochistarter:  “Dentro anch'io senza pensarci! L'autore è una certezza e il prezzo veramente ottimo”, “Non ero convinto né dalla meccanica (l'ennesimo gestionale dadi...) né dall'ambientazione (astrattissimo!).  Però... Tascini... 31€ spedito... va beh... I'M IN!!! “.
Solo uno, secondo me correttamente, scrive: “Non so quanto ci sia di Tascini in questo gioco, però le meccaniche mi son sembrate molto interessanti e considerando che l'ambientazione già mi aveva fatto vacillare... beh, non avuto modo di resistere”.
   
E’ chiaro che Luciani e Tascini hanno partecipato allo sviluppo di questi giochi ideati da altri, e non possiamo sapere quanta farina del loro sacco hanno aggiunto all’idea iniziale del gioco, ma siamo sicuri che l’apporto dell’autore famoso a questi giochi sia andato oltre il semplice sviluppo e sia sempre stato talmente importante da farlo diventare coautore?

Facciamo un esempio contrario: Wendake. Danilo Sabia ha presentato per la prima volta il prototipo del gioco I Grandi Laghi nel 2016 http://dadocritico.blogspot.com/2016/01 … tagna.html , mentre in un’intervista ha detto che il meccanismo di scelta delle lo ha ideato nel 2014. Dopo un’intensa fase di sviluppo con aggiunte e modifiche da parte della Post Scriptum (a Modena lo stesso Sabia quando abbiamo provato il prototipo nel 2017 ci ha spiegato cosa gli avevano fatto togliere e cosa avevano voluto aggiungere) il gioco è uscito con il nome Wendake. Sulla scatola come autore c’è solo Danilo Sabia. Che sia perché il nome Mario Sacchi ha poco appeal? Se fosse stato sviluppato in Cranio sarebbe stato il gioco di Luciani o di Sabia?

Quindi se si hanno questi autori sotto contratto si usa il nome altisonante come specchietto per le allodole?
E’ chiaro che dopo i successi precedenti i giochi di Luciani e Tascini si vendono facilmente, e posso quindi capire l’importanza per l’editore di mettere questi nomi sulla scatola, ma mi metto dalla parte di Battista, Pierlorenzi e Mangone. Certamente pur di veder pubblicati i propri giochi avranno accettato dei compromessi, ma fra qualche anno ci si ricorderà di loro come autori di questi ottimi giochi (speriamo che Trismegistus lo sia) o ci ricorderemo solamente di Luciani e Tascini?
Un gioco se è veramente valido non può emergere se non c’è il nome famoso sulla scatola?

Cosa ne pensate?


PS: Se Barrage sarà tra i finalisti del Magnifico il prossimo anno a Ludica invitiamo Tommaso Battista!

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