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Discussione: Quando un gioco si può dire astratto

Segnalo questa interessante discussione partita da poco sul forum della Tana
https://www.goblins.net/phpBB3/quando-u … 94465.html
Riprende in parte temi sollevati nella nostra discussione sull'ambientazione
https://www.giocatorinscatola.it/forum/ … php?id=284

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Re: Quando un gioco si può dire astratto

Concordo con Sava...

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3 Ultima modifica di spillo69 (05-01-2018 00:04:54)

Re: Quando un gioco si può dire astratto

Ho letto la discussione.

Mi pare che i vari interventi evidenzino un po' tutti la fatica e la difficoltà di offrire definizioni convincenti e non contraddittorie....

Perché non muovere dalla semplice constatazione che astratto è, in generale, ciò che non imita la realtà storica, naturale, fantastica ecc.?

A me pare che questo rilievo sia molto utile per contrassegnare i giochi astratti.

Un gioco astratto puro non imita alcuna realtà.

Ma non per questo è un gioco insignificante o privo di contenuti.

Solo che questi tendono a esprimersi con puri elementi geometrici o matematici,  con nessi logici oppure con forme pure o puri colori.

E sono questi contenuti (variamente combinati) che gli danno "carattere" e, in definitiva, una identità attraente.

Cosicché si può parlare propriamente di gioco astratto da tavola e non di semplice meccanismo.

Noto prima di chiudere come nella discussione segnalata ricorra qualche volta l'idea che negli astratti l'ambientazione potrebbe essere cambiata senza troppe conseguenze.

Secondo me si tratta di un chiaro errore di prospettiva.

Credo in parte causato dall'abitudine di vedersi rifilare dal mercato giochi tedeschi scollegati dal tema evocato da componenti varie e "bugiardino" (= parte introduttiva dei fogli di regolamento).

Non ha senso dire che un astratto può cambiare pelle.

Un astratto autentico non ha pelle (= attinenza con realtà esterne).

Vero è piuttosto che un mutamento di contenuti per un astratto gli sarebbe fatale.

Perché significa trasformarlo in un gioco diverso.

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